lunedì 1 giugno 2009

TRUCCHI DEI MAGHI SVELATI

TRUCCHI SVELATI

Eccovi l'opportunità, cari eruditi, di scoprire i segreti e le tecniche del mio lavoro; se arriverete alla fine di questa lettura allora significa che avrete capito..

Introduzione (indispensabile):
Il pubblico segue generalmente gli spettacoli di magia con l’intento di scoprire il trucco; si tratta di una sfida dissimulata tra mago e spettatore, che può diventare un vero e proprio gioco intellettuale. Un buon prestigiatore “depista” più facilmente quegli spettatori che sono convinti di poter capire i trucchi perché, così facendo, si cacciano da soli in un tranello senza via d’uscita, perdendosi oltre al segreto anche il divertimento. Non esiste più l’umiltà del pubblico di accettare ciò che non si capisce o che non si può spiegare, per questo motivo molte persone devono mostrarsi scettiche agli occhi degli altri, anche se sono state ingannate e lo sanno benissimo; altri invece reagiscono con banale superiorità, quasi irritati dal fatto che qualcuno li stia “imbrogliando” (ignorando il fatto che lasciarsi ingannare, in questo maniera, è terapeutico).

Ecco la prima fase per capire dove comincia il trucco.
PRIMA FASE: psicomagia.
Personalmente ciò che più mi affascina di quella che definisco una “disciplina dell’arte” è il lato psicologico che ho potuto affinare nelle migliaia di serate dal vivo in Italia e all’estero; davanti all’emozione della magia non esistono differenze, ho trovato le stesse reazioni in qualsiasi posto del mondo di fronte a qualsiasi tipo di pubblico, dalle grandi città alle foreste. La prestidigitazione e l’illusionismo mostrano questo lato come una branca della psicologia applicata, un gran numero di psicologi si sono occupati di questo settore da Freud in avanti; ho avuto modo di prestare il mio lavoro al cospetto di professionisti del settore in seminari e conferenze, poiché l’esempio del prestigiatore è il modo più divertente ed immediato di mettere a nudo la nostra psiche. Nelle rappresentazioni di magia, oltre ad abilità, prontezza ed esperienza, sono decisive la personalità, il talento intuitivo e l’attività psicologica del prestigiatore. Perché il numero possa funzionare, egli deve creare uno stato d’animo favorevole nel pubblico, senza mai sfidarlo dichiaratamente per essere in grado di tenerlo in suo potere, assecondando la sua suggestionabilità; trovo inoltre di grande importanza la presentazione verbale, un buon senso estetico e un’adatta colonna sonora per agire ancor più sui sensi degli spettatori. La tecnica psicologica più utilizzata è definita in gergo missdirection (traducibile in “perdita della direzione”), ovvero un’invisibile strategia per pilotare l’attenzione del pubblico o di un singolo interlocutore. Gli illusionisti erano già ai tempi come li descrisse lo psicotecnico Schulte: “La psicologia dei prestigiatori è così raffinata che anche uno psicologo specializzato , senza possibilità di reiterare ripetizioni, potrebbe essere tratto in inganno,non solo, ma esser realmente portato ad errare con quasi assoluta certezza, (…). In tutto ciò gioca un particolare ruolo l’illusione dell’aspettativa del giudizio umano sul rapporto di causa ed effetto. Forse il grande successo del prestigiatore si fonda, in sostanza, sull’ottenimento di una falsa o falsamente diretta percezione, combinazione e logica.

Se la prima fase vi ha suscitato interesse o curiosità, allora passate alla seconda, oppure abbandonate ora la lettura e andate su you tube e digitate tricks revealed.

SECONDA FASE: inganno dei sensi.
Il ruolo dello spettatore è da sempre fondamentale all’esistenza del prestigiatore, come a quella dell’attore, considerando che siamo spettatori anche fuori dal teatro e attori allo stesso tempo, nella quotidiana commedia della vita. Dobbiamo partire dal presupposto che la realtà non è razionale, anche se ci fa comodo pensare che lo sia, ci da più sicurezza, ci tranquillizza. In generale, i comportamenti umani sono motivati da forze inconsce, qualunque siano le spiegazioni razionali che attribuiamo loro in seguito; cosa siano e da dove provengano queste forze rimarrà un mistero insoluto, nessuno è in grado di controllarle ma molti riescono a gestirle e renderle magiche. Nel bene e nel male, coloro che adoperano le tecniche di uso dell’inconscio sono: psicologi, veggenti, sensitivi, prestigiatori, operatori di marketing, sociologi, sacerdoti, comunicatori, santoni e guru di ogni tipo (da coloro che sono in contatto con gli alieni ai guaritori).

Posso fermamente assodare che prodigi e illusioni, che negano apparentemente le leggi della natura, sono evidentemente irreali; lo spettatore intelligente lo sa ed è bene che lo sappia, perché i maghi seri non vogliono vantare capacità sovrannaturali. Ancora oggi mi capita, al termine di un mio spettacolo, di essere avvicinato da persone desiderose di farsi leggere le carte o predire i numeri del lotto; questa è la prova concreta di quanto ancora si creda ai miracoli, poi dipende da ognuno di noi il modo di interpretarli. Il mio unico scopo, come per tanti miei bravi colleghi, è quello di giocare con i sensi degli spettatori con l’unico fine di affascinare e meravigliare, si “provoca” il pubblico per il solo piacere di divertire; proprio per questo la magia non diviene altro che “l’arte della sublime inutilità”, in cui tutto e niente accadono nel medesimo istante, che si trasforma in miracolo. Ed il pubblico deve solo godersi questa magia, lasciandosi trasportare dalla poesia di un’arte millenaria, senza confonderla coi malsani fini di coloro che operano sui più ingenui, utilizzando le stesse tecniche. Questi individui posseggono una gran faccia tosta e notevoli doti istrioniche, raccontando al “paziente” ciò che vuol sentirsi dire dopo un’accurata e rapidissima indagine psicologica; l’unica verità che li riguarda è un ricco conto bancario alimentato dalle speranze di chi, disperato e quindi totalmente vulnerabile, non sa più a chi rivolgersi.

Si distinguono principalmente tre tipi di illusione: dei sensi, della percezione, del pensiero. L’uomo è soggetto quotidianamente a questo tipo di illusioni; l’occhio umano, infatti, è lento e pertanto non è in grado di percepire e quindi trasmettere al cervello le azioni compiute in una frazione di secondo (perdendo la fase intermedia in cui si viene ingannati). Inoltre, non possiamo percepire un gran numero di stimoli contemporaneamente; infatti qualora siano presenti più stimoli allo stesso tempo, dobbiamo necessariamente sintonizzarci sull’uno o sull’altro stimolo trasmesso (questo spiega perché a volte commettiamo banali ed inspiegabili distrazioni). Questa scelta di percezioni può venire condizionata senza che la persona possa accorgersene minimamente; ecco allora che si torna a parlare della famosa missdirection, con qualche esempio. I pensieri degli uomini vengono espressi con parole e gesti in maniera automatica e sincronica ed è per questo che crediamo nelle parole; il mago, invece, si avvale della parola proprio per ottenere l’effetto contrario: le sue parole ed i suoi gesti devono, infatti, dare corpo esattamente all’opposto dei suoi reali pensieri, inducendo lo spettatore a credere in ciò che si sta manifestando solo apparentemente. Spiegarlo in modo “scientifico” è molto più difficile che farlo in modo pratico; ecco quindi un esempio da scena: il prestigiatore lancia due volte una pallina in aria e gli spettatori ne seguono il tragitto spontaneamente con gli occhi e la testa; la terza volta, però, finge di farlo trattenendola nel palmo della mano mentre gli spettatoti, per riflesso, lanceranno un rapido sguardo verso l’alto ed è in quel preciso istante che il mago fa “sparire” la pallina in tasca (con o senza le maniche alzate, vecchio luogo comune).

Voilà..le spectacle est terminé!

FINE (se siete arrivati sin qui, siete il mio pubblico ideale, anzi, il mio ideale di pubblico)

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